martedì 3 novembre 2009

mariluoliva.splinder.it

Qui l'originale

Oltre alla scrittura, che è anche la tua professione, quali sono le tue passioni?
Leggere, compulsivamente. Cinema, tutto quello che NON mi fa paura. Teatro. Sempre e per sempre.

Quando hai deciso che saresti diventata scrittrice?
Non ho deciso. Ho scritto. Ho spedito. É successo. Poi ho continuato a farlo.

Quali ostacoli hai incontrato? Hai mai dubitato di farcela?
La mia emotività è l’ostacolo maggiore. Dubito sempre.

Secondo te perché il noir piace tanto?
In realtà piacciono altre cose, che vengono chiamate erroneamente Noir. Di Noir in giro ne vedo pochissimo. Pochi sono in grado di scriverlo.

Parto dal titolo del tuo ultimo romanzo: “Io ti perdono”, Kowalski. Ti è mai successo di non essere stata perdonata? Se sì, per cosa?
Mi sono vendicata, quando ancora la vendetta era la mia unica forma di risarcimento. Per questo non mi perdono e credo di non essere stata ancora perdonata. Spero succeda, però. Una storia d’amore non deve mai finire così.

Ti è mai successo, invece, di aver perdonato con estrema fatica? Naturalmente vogliamo sapere chi e per cosa...
Non riesco a perdonare facilmente i tradimenti emotivi. E neanche gli opportunismi. Le convenienze. “Gli scambisti culturali”. Le maldicenze. I falsi. Gli adulatori. Vado avanti? Mica avrei scritto Io ti perdono…

Prova a introdurci in poche parole il carattere di Dolores Vergani, tuo personaggio letterario
É determinata, capace di stare da sola, generosa. Ma anche fragile, trattenuta e difesa.

Immagina di doverle scegliere come fidanzato un personaggio tratto dalla letteratura noir. Chi sarebbe il fortunato?
Marlowe. Con la faccia (che non ha mai avuto) di Marlon Brando…

L’hai mai sognata?
No, ci mancherebbe altro… è già il mio incubo quotidiano.

Tre cose che ami e tre cose che detesti dell’ambiente culturale italiano
Ambiente culturale italiano? Quale intendi? Non credo di conoscerlo. Amo i filosofi contemporanei. E i teologi. Imparo molto da loro e, quando non sono accidiosi, mi mettono allegria. Vorrei circondarmi solo da scrittori di libri filosofici. Per me è questo l’ambiente culturale. Il resto è solo un grande show. A volte ti chiamano a fare la ballerina. A volte a recitare una parte. Altre volte sei l’ospite d’onore di un talk. La cultura si fa in privato. Spesso anche in silenzio. In alternativa, preferisco l’Arte.

L’ultimo bacio che hai dato
Due. Un’ora fa. “Bacio abbraccio e carezza” al mio piccolo tesoro. “Bacio d’amore” al mio grande.

L’ultimo rifiuto che hai dato
Ho negato un bacio sulla bocca a un uomo estraneo (e pure sposato).

La bellezza è un tema affrontato, tra gli altri, nel tuo romanzo “Femmina de luxe”, Perdisa Pop. Cosa pensi riguardo all’ossessione per la bellezza femminile propria della nostra epoca?
Qualsiasi ossessione è malvagia. Ma la bellezza è anche etica. Perseguirla fa bene allo spirito. Non a costo della vita. Non per gratificare modelli che non ci appartengono.

Un tuo talento (oltre alla scrittura)
La pazienza. So aspettare. Ho aspettato tanto. Sto ancora aspettando.

Un tuo limite
L’ansia. É invalidante.

Quando qualcuno ti corteggia con eleganza, giochi o sfuggi?
Con altrettanta eleganza cerco di dissuadere. Comunque fuggo.

Le armi di seduzione che ti conquistano
La bellezza ha molto peso. Poi l’ironia e i verbi ben coniugati.

Un progetto in cantiere
Il prossimo romanzo.

Hai appena commesso un reato, salutaci con la strizza di Raskòl'nikov in Delitto e Castigo.
Zitta. Muta. E via.

E adesso salutaci coi tuoi bei capelli sciolti al vento
Grazie Marilù e grazie ai tuoi lettori. Con sorriso aperto.

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