mercoledì 20 aprile 2011

Letto fra noi


Nome: Maria Dolores, cognome: Vergani, età: vicina ai 40, sesso: femminile, residenza: Milano est. Questi sono i dati anagrafici dell’ispettrice nata dalla penna di Elisabetta Bucciarelli, giovane scrittrice italiana dallo stile personalissimo. Io ti perdono, (Kowalski, 2009, €14,00)  è un giallo che ti prende e ti trascina dalle prime pagine. Merito della scrittura della Bucciarelli, che è stringata, scarna e sincopata – frasi brevissime che danno un senso di sospensione e di ansia e ti avvinghiano alla storia. Protagonista è Maria Dolores Vergani, finalmente un’ispettrice, fra i molti commissari maschili del panorama noir italiano. Anche lei asciutta come lo è la prosa della Bucciarelli. Magra, di poche parole, a volte brusca. Non simpatica, talvolta persino acida. E donna, nelle sue aspettative e nelle sue ansie,  nelle sue ripicche e nei ripensamenti.
L’ispettrice, con la sua corte di aiutanti ed amanti, si muove in questo giallo fra la Valle d’Aosta e Milano, richiamata da una telefonata di un prete amico di famiglia. Maria Dolores si getta sulle tracce di un pedofilo che si nasconde fra le montagne ma la sua caccia si intreccia con il vissuto personale e con i dolori e gli smarrimenti di un’adolescente quale è stata lei. Un cenno particolare merita la Milano che compare nel libro, una Milano che mi è ben nota, quella del parco Forlanini e di Lambrate, dell’Ortica e della periferia est. Ed a me, immigrata di prima generazione, fa un certo effetto riconoscere la Milano che abito e frequento in quella descritta dalla Bucciarelli.
Non anticipo niente altro, per non rovinare la lettura a chi volesse seguire il mio consiglio perché, a mio parere Io ti perdono vale la pena di essere letto!

Recensione a cura di Adele D'amato.
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