venerdì 29 maggio 2009

Vita

Bucciarelli, in città la nuova collana noir dell’editrice Kowalski
Storie inquietanti alla Feltrinelli
12 maggio 2009
Qui l'originale


Nasce una nuova collana noir e Como è testimone della prima uscita. Kowalski, marchio editoriale del Gruppo Feltrinelli, si fonde con Coloradonoir e “Io ti perdono” (256 pp., 14 euro) di Elisabetta Bucciarelli (nella foto) è il primo titolo del nuovo sodalizio. L’autrice è oggi a Como, alle 18, alla libreria Feltrinelli, in via Cesare Cantù 17 (ingresso libero). Scrittrice per il cinema, il teatro e la televisione, Elisabetta Bucciarelli è ideatrice della serie con protagonista l’ispettore Maria Dolores Vergani e con Io ti perdono prosegue questo ciclo.
Il libro è un noir dai contenuti forti, un pugno allo stomaco che indaga nelle pieghe di amori malati. L’incipit - la scomparsa di una bambina e l’ombra di un pedofilo - afferra immediatamente il lettore trascinandolo in un incubo dalle mille sfaccettature che penetrano nella psicologia profonda dei protagonisti.
Richiamata da un sacerdote che la conosce da quando era bambina, l’ispettore Maria Dolores Vergani torna nel paesino della Valle d’Aosta dove il dramma ha preso forma. L’uomo le chiede di aiutare la madre della piccola scomparsa in veste di psicologa, professione che non svolge da tempo. Intanto, a Milano, vengono rinvenuti in un’area industriale dismessa i resti di una donna. L’ispettore Vergani dovrà affrontare la tragedia della piccola, il banale male quotidiano del suo lavoro e intanto fare i conti con l’amore da cui preferisce scappare.
Elisabetta, per preparare il libro si è documentata sul mondo della pedofilia. Che idea si è fatta' «Mi ha scosso tremendamente - dice - Il fenomeno è molto più diffuso e profondo di quello che pensiamo. Alla cronaca balzano solo i fatti eclatanti. Ma esiste un sommerso sfumato di azioni subdole che accettiamo perchè pensiamo siano meno gravi».
Lei usa l’espressione “amore malato”. Ma in che senso si può parlare di amore' «Volutamente la parola amore è usata a sproposito. Intendo riferirmi alla sfera delle emozioni e dei sentimenti, in particolare al bisogno di amore e accettazione che c’è da parte dei bambini. Un bambino, rispetto a un adulto pieno di preconcetti, ha un’altra categoria di riferimenti. L’amore malato è quello di chi lo subisce, perché chi lo subisce, il bambino, pensa che sia un amore “normale”. I bambini si adattano a tutto e non a caso gli abusi sono quelli delle persone che si conoscono e nelle quali si ha fiducia. Persone deviate e frustrate compiono crimini orribili che segnano per sempre. E questi abusi non si possono perdonare. L’unico perdono, al quale si riferisce il titolo, è quello che impartisce il sacerdote ma che ha valore solo nel confessionale. Alla fine del libro ci sarà un colpevole ma rimangono aperte molte questioni».

http://www.wikio.it