martedì 26 maggio 2009

Radio Popolare

Giallo Oliva di Carlo Oliva
Lunedì 25 maggio 2009, ore 11.30
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L'ispettore Maria Dolores Vergani, per un motivo o per l'altro, è uno dei pochi investigatori letterari restati a presidiare la piazza di Milano. Questo non significa, natural mente, che si permetta di dormire sugli allori, ripetendo, caso dopo caso, le stesse formule di successo: anzi, la sua creatrice, quella Elisabetta Bucciarelli che abbiamo salutato come una delle presenze più affermate sul panorama giallo cittadino e nazionale, a pochi mesi dal successo di Femmina de luxe, ce la ripropone in un romanzo di grande spessore e originalità. In Io ti perdono, il personaggio, ormai depurato da quei pochi elementi convenzionali che la caratterizzavano agli esordi, può dare una straordinaria prova di sé. Indaga, in città, sul rinvenimento di uno scheletro fem minile sepolto in un capannone abbandonato, accanendosi, nonostante la scarsità degli elementi disponibili, nella ricostruzione della personalità e del destino di una ra gazza scomparsa all'inizio degli anni '70; deve chiarire, come di passaggio, una oscura storia di prostituzione extracomunitaria ante litteram; non può trascurare, per coerenza professionale, il caso del misterioso maniaco che sforbicia senza pietà le chiome delle passeggere della linea 60 e – soprattutto – si lascia coinvolgere da una vecchia conoscenza, il parroco di un paesino della Val d'Aosta, in una storiaccia di bambini sottratti alle famiglie, abusati e restituiti quando sono ormai sull'orlo del tracollo fisico e mentale, con tutte le tragiche ripercussioni che si possono immaginare sulla vita della comunità e delle persone coinvolte. Nel frattempo la protagonista tro va modo di indagare, in un certo qual senso, su se stessa, ripercorrendo la storia del le proprie scelte esistenziali, spingendosi sull'orlo di una relazione sentimentale asso­lutamente anomala, analizzando con spietata sincerità e dolorosa autoconsapevolezza il suo modo di rapportarsi con gli altri.
Ci troviamo, insomma, di fronte a un noir molto impegnato, piuttosto sbilanciato nel senso dell'analisi psicologica, e se da quanto vi ho detto potreste essere spinti a temere un eccessivo affastellamento di motivi tranquillizzatevi pure, perché il pericolo è brillantemente evitato grazie alla capacità dell'autrice di intrecciare la trama, in una serie di passaggi e contrapposizioni essenziali, attorno a una tematica unificante, quella – appunto – del perdono, della difficoltà (o addirittura dell'impossibilità) di ottenerlo e concederlo, anche e soprattutto a se stessi. I segreti che l'investigatore custodisce dentro di sé sono quasi altrettanto oscuri e dolorosi di quelli che turbano i soggetti delle sue indagini e la soluzione non potrà che essere provvisoria e insoddi sfacente. Insomma, un bel romanzo teso e senza compromessi. Come per gli altri libri della Bucciarelli al lettore si richiede un impegno appena un po' superiore alla media, ma, mi ripeto, come per quelli ne vale assolutamente la pena.
Carlo Oliva
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